incipit: Sport -
C'è di meglio che osservare le auto che sfrecciano, ma questo
giardinetto sotto la tangenziale di Milano è il ritrovo
del quartiere. I ragazzi vengono a sedersi sulle panchine di legno
e ci lasciano cuori incisi.
- Perché ti piace tanto correre? - chiede Rosalba.
giardinetto sotto la tangenziale di Milano è il ritrovo
del quartiere. I ragazzi vengono a sedersi sulle panchine di legno
e ci lasciano cuori incisi.
- Perché ti piace tanto correre? - chiede Rosalba.
- Forse perché le mie gambe sono nate in Africa e ci vogliono tornare - scherza
Malik - L'Africa è lontana, se non corri, non ci arrivi più…-
-Non ti basta correre a calcio?-
-No. Appena faccio gol, il gioco si ferma. E poi sto in un recinto di gesso-
-Mio papà dice che sei il più bravo de che arriverai in serie A-
-Non mi interessa un tubo della serie A-
-Mirko venderebbe la casa pur di arrivare in serie A. Lo sai che ti odia? Non ti passa mai la palla. Lo vedo. E' invidioso perché tu segni più gol di lui-
- No, mi odia perché parlo con te-
Rosalba sorride: - Ma se detesti tanto il calcio, perché ci giochi?-
-Perché quando segno un gol, vedo mio papà che sorride in tribuna- -Quella serpe di Mirko dice che tuo padre ti allena anche a casa-
-Infatti a quest'ora mi sta già aspetta in giardino con un pallone. Vado- Malik corre con le spalle dritte e il portamento di un re. Infatti Malik significa "re" in Senegal, dove è nato. La famiglia che lo ha adottato l'ha portato a Milano quando aveva 2 anni. Ora ne ha 13, come Rosalba, che dipinge con la bomboletta spray sui piloni della tangenziale. È la figlia dell'allenatore di Malik.
-Non ti basta correre a calcio?-
-No. Appena faccio gol, il gioco si ferma. E poi sto in un recinto di gesso-
-Mio papà dice che sei il più bravo de che arriverai in serie A-
-Non mi interessa un tubo della serie A-
-Mirko venderebbe la casa pur di arrivare in serie A. Lo sai che ti odia? Non ti passa mai la palla. Lo vedo. E' invidioso perché tu segni più gol di lui-
- No, mi odia perché parlo con te-
Rosalba sorride: - Ma se detesti tanto il calcio, perché ci giochi?-
-Perché quando segno un gol, vedo mio papà che sorride in tribuna- -Quella serpe di Mirko dice che tuo padre ti allena anche a casa-
-Infatti a quest'ora mi sta già aspetta in giardino con un pallone. Vado- Malik corre con le spalle dritte e il portamento di un re. Infatti Malik significa "re" in Senegal, dove è nato. La famiglia che lo ha adottato l'ha portato a Milano quando aveva 2 anni. Ora ne ha 13, come Rosalba, che dipinge con la bomboletta spray sui piloni della tangenziale. È la figlia dell'allenatore di Malik.
Mentre Malik correva per tornare a casa, si guardava intorno sognando di correre nella grande pianura africana dov’era nato; immaginava di essere addirittura un ghepardo che sfrecciava veloce.
Arrivato a
casa, suo padre gli chiese:
“Ben
arrivato! Sei pronto per l’allenamento?” Il figlio rispose:
“Certo, come
sempre papà!”
Malik e suo
padre iniziarono ad allenarsi a calcio; avrebbero tanto voluto vincere la
finale regionale del campionato milanese, ed essere dei VERI CAMPIONI!
Mentre Malik
faceva il riscaldamento pensava ancora alla corsa; tutto sommato a Malik
piaceva il calcio, ma ancora di più amava correre…, però non voleva deludere suo
padre e, finito l’allenamento, gli chiese:
“Papà, ma se
io volessi praticare un altro sport, per esempio atletica, a te dispiacerebbe?”
“Beh, come
allenatore di calcio, sarei un po’ dispiaciuto, è normale…Ma perché mi fai
questa domanda?”
“No , era
solo una mia curiosità”
“Bene, ora
riprendi l’allenamento, forza!”
Al tramonto,
Rosalba si recò a casa di Malik per parlare della finale; gli avversari erano i
‘Dragoni del cielo’, giocatori molto agguerriti che avevano vinto il campionato
due volte. Malik confessò a Rosalba:
“Wow, non
vedo l’ora di affrontarli! Stavolta vinceremo noi!” dopodiché Malik corse da
suo padre per dirglielo, ma questi lo interruppe così:
“ Sai Malik,
l’allenatore della Dinamo Boys si è ritirato, così io mi sono offerto e mi
hanno accettato, perciò SONO IO l’allenatore della tua squadra!!!!”
“Sììììì!!!!
Grande papà! Non vedo l’ora che arrivi domani per il nuovo allenamento!” poi si
ricordò che Rosalba lo stava aspettando fuori, corse da lei e le disse:
“Sai io
volevo riferire gli avversari a mio padre, ma ora lui, proprio lui è diventato
il nostro allenatore!”
Rosalba:
“Davvero? Questa sì che è una BOMBA di notizia! Ciao, a Domani!”
Durante la
notte, Malik sognò di essere alle Olimpiadi a rappresentare il Ghana, lo Stato
africano da cui proveniva..correva in una quattrocento metri nientedimeno che
contro Usain Bolt!!!!!!!!!! A metà corsa era in PRIMA POSIZIONE, ma ad un
tratto la pista si divise……in un BIVIO….
A destra
c’era un pallone da calcio che pareva dicesse : calciami! A sinistra c’erano
tanti attrezzi per la corsa: degli ostacoli, i blocchi di partenza, le
scarpe…..MALIK DOVEVA SCEGLIERE LA SUA STRADA! Infatti gli avversari lo stavano
raggiungendo, doveva fare in fretta, ma suo padre lo svegliò bruscamente!
Vedendolo sudato e ansimante gli chiese se andasse tutto bene.
“Sì, papà,
ho fatto solo un sogno!”
La mattina seguente doveva svolgersi l’allenamento col nuovo allenatore, il padre di Malik. L’allenamento iniziò; a Malik come a tutta la squadra ci volle un po’ di tempo per abituarsi al nuovo allenatore, ma tutto sommato ci riuscirono presto. Malik ripensò a quel sogno, non sapeva proprio cosa fare!
La mattina seguente doveva svolgersi l’allenamento col nuovo allenatore, il padre di Malik. L’allenamento iniziò; a Malik come a tutta la squadra ci volle un po’ di tempo per abituarsi al nuovo allenatore, ma tutto sommato ci riuscirono presto. Malik ripensò a quel sogno, non sapeva proprio cosa fare!
Tornò a casa
con suo padre, il quale gli chiese:
“Malik, ti
vedo molto pensieroso, che c’è?”
“Ripensavo
al sogno che ho fatto stanotte”.
“Quale
sogno?”
“Beh, stavo
correndo in una gara dei quattrocento metri ed ero il primo! Quando la pista ,
non so perché, si apre in due: da una parte c’è un pallone a terra, dall’altra
ci sono attrezzi per la corsa, ed io non ho saputo cosa fare, quale strada
prendere!”
“Ah capisco!
Malik tu dovresti scegliere ciò che ti dice il cuore”
“Ma io sono
indeciso!”
“Su, Malik
era solo un sogno, non ci pensare più!”
Arrivò il
giorno importante , quello della finale del campionato.
Malik era
teso, ma suo padre di più. Quella era la sua prima partita come allenatore.
L’orologio segnava le 14.50, quando Malik e Rosalba giunsero al centro
sportivo. Il padre di Malik era già lì.
Le squadre
scesero in campo e finalmente, dopo le presentazioni e gli ultimi accordi, la
partita iniziò. I giocatori correvano di qua e di là, inseguendo il pallone che
avanzava dinanzi ai piedi dei calciatori.
Il primo
tempo finì zero a zero. La Dinamo Boy e i Dragoni del cielo erano affaticati
dall’entusiasmante partita .
Il secondo
tempo sembrava una replica del primo, nessuno sbloccava il risultato; mancavano
ormai pochissimi minuti alla fine, quando Malik si trovò davanti alla porta,
murato da due avversari; come per magia, li dribblò in un attimo, calciò il
pallone con forza e precisione all’incrocio dei pali, il portiere dei Dragoni
balzò di lato, ma non arrivò a parare! Era GOAL! Tutti abbracciarono Malik che
aveva permesso alla Dinamo di vincere la finale!
Suo padre
corse verso di lui,lo abbracciò forte e gli parlò:
“Malik,
figlio mio, sei stato grande, abbiamo vinto il campionato!” per un momento
Malik non fu in grado di dire niente, poi riuscì a confessare a suo padre:
“Papà,
ricordi quel sogno che avevo fatto, adesso so qual è la strada da prendre!!!
Devo continuare a giocare a pallone!!!!!”
Così Malik
scelse di fare il calciatore, rendendo felice la sua squadra e suo padre!
bravi, complimenti!
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