domenica 25 gennaio 2015

IL MISTERO DEL PITTORE DELLA DOMENICA

incipit: Giallo e Mistero

I CAPITOLO
ALLA CASA DEL PITTORE


 La notizia si è sparsa in un baleno: il silenzioso ometto che tutti nel piccolo paese di montagna Boscorosso, avevano soprannominato “il pittore della domenica”, è stato trovato morto per il cattivo funzionamento della caldaia. 
Nessuno lo conosceva quando, qualche tempo prima, aveva preso in affitto una casetta ai margini del bosco. Lo si vedeva fuori solo ogni tanto, col cavalletto e la cassetta dei colori, a dipingere il paesaggio.
Fiamma, dieci anni, disordinata chioma rossa e carattere deciso, Martino il suo amico timido e imbranato, entrambi con la fissa delle storie misteriose, quando il pittore era arrivato in paese si erano convinti che avesse qualcosa da nascondere e, sentendosi abili investigatori, avevano cominciato a tenerlo d’occhio. Erano riusciti anche a scambiare qualche parola con lui, quando lo avevano visto discutere nel bosco con un misterioso signore.
“Com’è possibile che sia morto perché non funzionava la caldaia?” dice  Martino a Fiamma mentre escono da scuola “Ma se ieri ho visto davanti al suo cancello un furgoncino con su scritto manutenzione caldaie!”
“Sei sicuro di aver visto scritto proprio così, quattrocchi?” chiese il solito Alberto con l’aria dispettosa.
“Certo che è sicuro lui almeno sa leggere!” Tagliò corto Fiamma dando un’occhiataccia a quel bullo e trascinando via il suo amico. E subito gli chiese:
“Davvero hai visto il camioncino della manutenzione?”
“Sì che l’ho visto! Per questo non ci credo che sia morto per disgrazia …”  
“Allora pensi che qualcuno lo abbia fatto fuori?”
“Non lo sapremo mai …”
“Martino, sai che ti dico!” Fiamma gli si pianta davanti: “Lo scopriremo noi !”

Il giorno seguente, una volta che Fiamma e Martino uscirono da scuola, decisero di continuare le ricerche a casa della vittima.
“Andiamo a controllare la caldaia, prima di tutto” disse Fiamma.  
“Ok, ma senza dare troppo nell’occhio. ” Rispose Martino bisbigliando.
Arrivati davanti alla caldaia, situata all’esterno della casa, Martino notò che i fili sembravano tagliati.
“C’è qualcosa che puzza in questa storia, e non sono i tuoi calzini!” disse Fiamma facendo una risatina.
“Sei la solita spiritosa!” Controbattè Martino.
“Entriamo in casa va!” esclamò Fiamma con ancora un sorrisetto sotto i baffi.
Ma, spalancata la porta, non ebbero una piacevole sorpresa…  
Infatti a frugare nel salotto della vittima c’erano due uomini dall’aria sospetta che indossavano un’uniforme da poliziotto e occhiali da sole.
Uno dei due quando vide Fiamma e Martino, sul ciglio della porta, ordinò loro di andarsene perché si trovavano in una zona sotto indagine. Martino, impaurito e allo stesso tempo curioso di cosa stessero facendo quei due nel salotto, affermò: ”Ora ce ne andiamo, ma avete scoperto il motivo del malfunzionamento della caldaia?”
“Motivi tecnici… ”rispose l’altro uomo abbassando lo sguardo. “Tecnici o idraulici?” chiese Fiamma.
“Siete dei bambini e dovente giocare nei prati, non interessarvi delle disgrazie di un vecchio! Forza, andate via!” insistette l’uomo.
Mentre i piccoli investigatori si avviarono verso casa, notarono che un’auto nera si era fermata davanti alla casa del pittore.
Poi, i due “poliziotti” che cinque minuti prima li avevano cacciati, ora erano saliti sull’auto che sfrecciò via lasciando nuvoloni di polvere dietro di sé.
“Quei due sono tutto tranne che poliziotti!” Sentenziò Fiamma. “Già, e non sembrano contenti delle nostre indagini.” Esclamò Martino.”Meglio tenere gli occhi aperti. Ti va di continuare le ricerche questa sera?” 
“Ok. Alle 19.30 al bar di Gerry.” Propose Fiamma.
All’ora stabilita i nostri investigatori erano davanti al bar, con tutto l’occorrente per svolgere le indagini.
Fiamma chiese a Martino :” Hai portato il registratore e la macchina fotografica?” 
“Ovvio, ho portato anche le torce.“ Salirono in sella alle proprie bici e pedalarono fino alla casa del pittore. Quando furono lì forzarono la serratura ed entrarono in casa.
La casa, illuminata dalla luce fioca delle torce, era spaventosa e sembrava proprio di essere in una casa infestata dai fantasmi.  “Ma non si possono accendere le luci?” Bisbigliò Martino rabbrividendo.
“Ogni volta la stessa storia! Lo sai che se arriva qualcuno possiamo essere scoperti?” rispose Fiamma parlando sottovoce. 
In quel momento si sentì un’auto frenare.
“….. non credo manchi molto a quel momento….forza nell’armadio!” S’affretto Martino aprendo l’anta.
“ Da qui riusciamo a vedere e sentire tutto!” Bisbigliò Fiamma a Martino.
“Sono i due “poliziotti” di oggi pomeriggio, uno sta parlando al cellulare.”
“ Pronto…capo…siamo nella casa del vecchio.
No, dei ragazzini non c’è traccia, ma li terremo d’occhio.
Il malloppo che il vecchio ha guadagnato con la vendita del quadro non l’abbiamo trovato.
Io e Mark torniamo domani mattina, poi ci troviamo al solito posto nel bosco per aggiornarti.” 
“Bene se ne stanno andando, come sospettavo non sono veri poliziotti, ma degli investigatori a servizio di un signore …ma chi può essere?” Chiese Fiamma a Martino.
”Non lo so, ma se domani si vedono nel bosco, dobbiamo seguirli e registrare ogni singola cosa. Forza cerchiamo qualcosa in questa camera”
disse Martino.
“Guarda! Dei ritagli di giornale!!!  Il primo è un articolo del 1999 su un quadro di Van Gogh venduto per £ 32.000 (sterline) al British Museum di Londra; e quest’altro di un quadro falso… ecco l’arrestato !!!
Il suo nome è Gustav Schulz ha trentaquattro anni ed è di Amburgo in Germania.“ fece notare Fiamma.
”Bene ora abbiamo qualcosa su cui indagare. Domani ci vediamo alle 13:00 fuori dalla scuola. Forza andiamo!!!”  

II CAPITOLO
IL MISTERO SI INFITTISCE

“Psst! Ehi Fiamma sono qui!” Disse Martino facendo segno di venire.
“Sì arrivo.” Rispose Fiamma mezza addormentata.
Una controllata all’attrezzatura per l’avventura e i nostri investigatori si avviarono verso il bosco.
La strada era stretta e tortuosa, ma soprattutto… lunga!
“Che fatica, non finisce più!” Si lamentò Martino.
“Ma dai, è una stradina di montagna, niente di che!” Gli rispose Fiamma ridendo.
Verso le 16.00 Fiamma e Martino decisero di fermarsi in una baita, proprio all’inizio del bosco, per fare merenda.
Mentre sgranocchiavano biscotti Martino vide dalla finestra l’auto che avevano visto il giorno precedente, e si diresse di corsa verso la porta .
“Martino, ma dove vai?
Devo ancora finire la mia merenda!” Esclamò Fiamma.
“Ma …. “tu sai chi” è arrivato … sbrigati!” bisbigliò Martino.
Infatti, poco distante dalla baita c’era la famosa auto nera e un camioncino della manutenzione caldaie.
“Quello è il furgone che ho visto davanti alla casa del pittore!” Urlò Martino, indicando il furgone.
I due ragazzini uscirono dalla baita e si appostarono dietro ad un cespuglio con il registratore e la macchina fotografica pronti.
Dal furgone scesero i due “poliziotti “, uno dei due, rivolgendosi ad un uomo dai capelli neri lunghi fino alle spalle e dalla pelle bianca come il latte disse: “Glielo assicuro, quei ragazzini son dei gran ficcanaso, stamattina erano davanti alla scuola che confabulavano.”
“State trancvilli, tanto fino a che non entrano in casa non rischiamo. Piuttosto sbrigatefi a trofare cvella fortuna.” Disse l’uomo scendendo dall’auto.
Fiamma bisbigliò a Martino:” Ecco, quello è il capo, ha un’aria familiare.”
In quel momento, Martino scattò una foto e quel clic catturò immediatamente l’attenzione degli uomini.
“Presto corri!” ordinò Fiamma a Martino.
Presero le bici e pedalando si diressero verso casa di Martino.
Arrivati, misero le bici nel garage e salirono in camera di Martino per raccogliere gli indizi.
“Dunque, il pittore che è morto in strane circostanze, possedeva una grande fortuna. Ma come può essere ricco se la sua casa è minuscola ?” Disse Martino. 
“Non lo so, ma quel capo ha un’aria familiare.” Rispose Fiamma. 
“Ma certo!” Esclamò Martino, ad un tratto.
“E se fosse quel tizio che abbiamo visto nel ritaglio di giornale?”
Giusto! E’ proprio lui! Per oggi abbiamo fatto abbastanza. Ci vediamo domani?” Disse Fiamma.
”Ok , A domani.“ Disse Martino.

III CAPITOLO
QUATTRO E MEZZO ?!

Il giorno seguente, finite le lezioni, nel cortile interno della scuola, Fiamma si avvicinò a Martino e gli disse tristemente:”Oggi non posso venire, ho preso quattro e mezzo nella verifica di aritmetica e devo recuperarlo. Ci vediamo domani, al massimo.” 
“Certo! In bocca al lupo per l’interrogazione allora!!” rispose Martino dirigendosi verso la sua bici.   
Durante il ritorno a casa, Fiamma, si fermò a bere alla fontana e decise che all’interrogazione ci avrebbe pensato più tardi e che risolvere il mistero era più importante.
Tornò alla casa del pittore e quando fu lì si chiese:” Ma da dove entro? Trovato !!! La finestra sul retro è perfetta. Entrata prese i cellulare e chiamò Martino.
”Pronto? Hai finito di mangiare? Perfetto vieni subito alla casa del pittore, ti aspetto sul retro. Ok, ciao.”
Martino si precipitò a casa del pittore e quando vide Fiamma le bisbigliò:” Ma non dovevi studiare per l’interrogazione di domani?”
“Non potevo lasciarti indagare da solo !” Disse Fiamma strizzando l’occhio. Poi entrarono dalla finestra del salotto e ricominciarono le indagini. Iniziarono a frugare nel salotto, ma senza trovare indizi.
“Fiamma, credo di aver trovato qualcosa di utile, forza vieni qui!” disse Martino, dalla camera del pittore.

IV CAPITOLO
LA STANZA SEGRETA

Fiamma si precipitò nella camera del pittore e si accorse che Martino, frugando nell’armadio aveva notato un’asse fuori posto.
I due giovani investigatori la raddrizzarono e si aprì un passaggio segreto che portava ad una scala a chiocciola in marmo bianco.
“Wow, come nei film !” disse Martino. “Andiamo.”
In fondo alla scala c’era una porta che si apriva solo digitando una password. “Ci sono migliaia e migliaia di combinazioni possibili, non la indovineremo mai!” disse Martino scrutando la tastiera. Provarono con 4321, 5678, ma la porta non si apriva. Fiamma provò 0000 e la porta… si aprì!!!

Oltrepassata la soglia, i due ragazzini esplorarono l’ambiente e guardandosi intorno notarono un quadro non finito. Martino si avvicinò per osservarlo meglio.
Nel frattempo Fiamma si accorse che sulla scrivania c’era un computer acceso; andò a curiosare e vide che c’era un progetto per falsificare la Gioconda di Leonardo da Vinci. Alzando gli occhi notò alcuni monitor da quali si vedevano la stanze della casa e quello che succedeva al loro interno.
“Martino, vieni a vedere !” esclamò Fiamma.
“Arrivo subito.” Rispose correndo Martino.
“Guarda, ci sono anche altri files.” Disse Fiamma.
“Qui sei tu l’esperto, cerca qualcosa riguardo a domenica scorsa.”
“Qui c’è una registrazione di domenica mattina alle 7:43, ma il filmato è sfuocato…” Disse Martino aggrottando la fronte.
“Guarda si intravede il divano!” Esclamò Fiamma.
“Quindi la telecamera si trova in salotto.”
Martino prese il computer e lo mise nel suo zaino poi lo nascose in un cassetto della scrivania.
“Tu rimani qui mentre io vado alla polizia.” Disse Fiamma dirigendosi verso la scala.
Arrivata a metà strada però, si trovò faccia a faccia con un uomo ….poi….tutto nero.

V CAPITOLO
ORA E’ TUTTO CHIARO

Dopo qualche minuto Fiamma riprese i sensi e si trovò legata a Martino, anche lui svenuto. 
“Martino, svegliati! “ iniziò ad urlare Fiamma.
“Ma dove siamo?” si chiese Martino svegliandosi di colpo.
“Non lo so, qui è buio pesto.” Rispose Fiamma.
“Hai con te il led ?” 
“Sì, l’ho sempre con me.” Rispose Martino tirando faticosamente fuori dalla tasca posteriore dei jeans la piccola torcia. L’accese, ma non si vedeva un granché.
Dopo alcuni istanti si sentì una porta scricchiolare e la luce si accese. 
“Siete tei pampini daffero ingenui… come fi siete potuti scordare di chiudere l’armadio ?” sentirono una voce provenire dalle scale. “ Chi sei ?” chiese Martino spaventato.
“Non defe interessarfi chi sono io, piuttosto preoccupatefi di come farete a sopraffifere.” Aggiunse con accento tedesco l’uomo entrando nella stanza.
Fiamma e Martino esclamarono: “Gustav Shulz!!!”
I due giovani investigatori sospettavano che l’assassino del pittore fosse proprio Gustv Schulz, ma non ne erano sicuri, sapendo che la telecamera della stanza segreta era accesa decisero di metterlo in trappola facendogli una domanda diretta: ” Perché hai ucciso il pittore?”
“Perché per colpa sua ho trascorso dieci anni in calera e poi mi dofefa almeno la metà di quella fortuna che ha guadagnato fendendo a mio nome il Van Gogh. Ha tradito la mia fiducia per questo dofefa pagare. E così è stato!”
All’improvviso un telefono squillò: “Ja … pronto? Cosa ? L’afete trofato? Era ora !!! Arrifo subito, sistemo questi schertz ( scertz = marmocchi ) e fi raggiunco. Riattaccò e disse: “Auf wiedersehen (aufidersen = addio )” e se ne andò.
I due ragazzini aspettarono che se ne fosse andato per mettere in atto il loro piano.
Fiamma estrasse dal suo stivaletto una lametta che Martino le aveva prontamente dato prima di entrare nella stanza segreta.
Riuscirono così a liberarsi dalle corde. Controllarono i monitor e videro che i criminali si erano dileguati. Recuperarono lo zainetto con dentro il computer ed uscirono dalla stanza.
Si diressero verso l’uscita e attraversando il salotto notarono che il tappeto era stato spostato e che sotto c’era una botola aperta.
Carichi di entusiasmo per la loro scoperta inforcarono le loro bici e andarono di corsa alla centrale di polizia.
“Ci deve credere!!! Il pittore è morto, si tratta di un omicidio, il malloppo è sparito, il tappeto , la botola, i monitor, la stanza segreta …
“Calmatevi !!! adesso andiamo insieme alla casa del pittore e mi raccontate tutto.”

VI CAPITOLO
IL RESTO DI BOSCOROSSO

Il giorno seguente sul quotidiano locale:



14 commenti:

  1. Bello!!!!!!!!!!!!! ������✏️

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  2. È bellissimo!!!!!!!!!!!!!!!✒️����❤️

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  3. È stupendo!!!!!
    Io adoro i testi gialli e questo è uno dei più belli che abbia mai letto!!!!!!!

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  4. Bravissime!!!
    Il testo è fatto molto bene!!
    È stupendo!!����✏️✏️

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  5. Molto molto molto brave!!!

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  6. Il testo è molto carino!!!������✏️��

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  7. Il testo mi piace molto!

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  8. Il testo è molto bello!
    Brave!

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  9. La storia è interessante, ben sviluppata, ha molta suspance.
    La forma è chiara, la narrazione scorrevole.
    Voto:9
    (3^C)

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